Recensioni

Recensione collana "Fotografia" vol.13

“Come gli scacchi o la scrittura la fotografia
è una questione di scelte tra una serie di possibilità,
solo che, nel caso della fotografia, il loro numero non è finito, ma infinito.»
(John Szarkowski)

La versatile autrice Maria Rita Morabito Loprete, da sempre grande appassionata di ogni tipo di arte, dal teatro al cinema, dalla musica alla fotografia; trova in quest’ultima il giusto mezzo attraverso il quale tanto poter catturare la bellezza di un attimo e condividerla col mondo, quanto riuscire a soddisfare la sua innata curiositas e anelito alla conoscenza. L’arte della fotografia diviene, così, la storia di un sogno, di un groviglio incredibile di emozioni, di pensieri, di visioni, di meraviglie, che non hanno soltanto la macchina fotografica come prolungamento dello sguardo, ma contengono centimetri di cuore e grammi d’anima di Maria Rita.
 

“Non a caso, significativamente la foto d’esordio della raccolta è una suggestiva inquadratura tra fiori e palazzi ocra della storica “via Margutta”, la strada degli artisti per eccellenza, al centro di Roma. “Cos’è l’arte se non un sogno ad occhi aperti?” scrive come preludio all’opera Maria Rita, mentre a quella stessa fontana lei stessa si disseta, oltre i confini spazio-temporali, con Picasso, Fellini, Guttuso, Pasolini… La fonte dell’arte sgorga dal cuore e l’autrice sceglie di viverne il sogno colorato (Via Margutta).
«Sognate! I sogni plasmano il mondo.
I sogni ricreano il mondo, ogni notte.»
(Neil Gaiman)

Grazie alla magia dell’arte tutto si muove ed è vivo, anche quando è fermo.
Il pubblico, così, già vede ballerini e ballerine danzanti alla sola scritta dello storico teatro “Salone Margherita” ed all’opera in programma “Oliver Twist” (L’arte quiescente). Allo stesso modo è l’artista che semplicemente con il suo sguardo, capace di cogliere il particolare nell’universale, come quando vede un minuscolo gioiello gotico incastonato fra i palazzi della città (Colpo d’occhio), mette in azione una ruota panoramica ferma (Ruota panoramica). Maria Rita, infatti, riesce a generare nelle sue foto quello che i classici appellavano come motus, ovvero azione ed emozione. Il resto 

“ delle opere, allora, si spinge oltre, sino al confine tra terra, mare e cielo, laddove il sommo poeta diceva che è “dolce naufragare”. Se c’è davvero un confine all’orizzonte (Onde al tramonto), l’autrice non solo lo supera, ma ne sottrae l’asticella per far riversare l’azzurro nel blu, la notte nel giorno, la luna ed il sole nelle acque (Luna all’orizzonte), mentre i sogni si mescolano alla realtà, le profondità alle altezze. Non esistono limiti per l’artista che sogna…
«Quando sogna, l’uomo è un gigante che divora le stelle.»
(Carlos Saavedra Weise)”